Ostia racconta - Rilievo con scena di mercato
10/03—03/04/2020
Il rilievo con scena di mercato fu scoperto nel 1939 in via della Foce, la strada che dal Decumano massimo piega verso nord-ovest in direzione dell’antica foce del Tevere. La lastra ci restituisce una scena di vita ostiense del II secolo d.C. con la stessa immediatezza di una moderna fotografia; l’azione si svolge in un negozio dell’antica città, gestito da una donna, come spesso avveniva per le attività commerciali romane. La proprietaria ha i capelli raccolti sulla nuca e tiene sul bancone davanti a sé due grandi contenitori pieni di cibo, probabilmente pagnotte o frutti. L'ignoto scultore ha raffigurato la donna nel momento della vendita a un cliente, visibile alla sua destra.
Sulla sinistra della lastra due uomini conversano tra loro: forse stanno parlando della qualità della merce, in particolare del coniglio che l’uomo sulla sinistra sta tenendo per le zampe. Dietro la spalla della proprietaria si scorge la figura di un commesso, forse uno schiavo, con i capelli corti e l’espressione ridente.
A sinistra della padrona è presente un grande contenitore cilindrico con piccoli fori rotondi; una piccola lumaca scolpita di fianco ne illustra l’utilizzo. Si tratta infatti di una cesta in cui venivano conservate le lumache vive, pronte per la vendita. In basso a destra si nota una gabbia per conigli, con le teste degli animali che spuntano tra le sbarre. Sopra la gabbia sono sedute due piccole scimmie, una delle quali fissa con interesse l’osservatore; questo dettaglio non deve stupire, perché, secondo il poeta Giovenale, le scimmie ammaestrate erano uno dei passatempi preferiti del tempo, soprattutto nelle province orientali dell’Impero. Forse la padrona della bottega intendeva attirare la clientela proveniente dall’Oriente: il suo negozio su via della Foce era infatti a poca distanza dal Serapeo, il tempio dedicato al dio Serapide, molto venerato dalle persone di provenienza greco-egizia.
Questo vivace rilievo era l’insegna di una bottega, simile agli attuali negozi di alimentari; l’immediatezza di questo “manifesto pubblicitario” restituisce un aspetto sorprendentemente moderno della vita degli antichi ostiensi.
Per saperne di più:
R. Calza e M. Floriani Squarciapino, Museo Ostiense, Roma, 1962, p. 20.
R. Calza, Scavi di Ostia IX, i ritratti, parte II, Roma, 1978, pp. 39-40.
J. Chamay, Ostia, port de la Rome antique, Musée Rath, Genève-Paris, 2001, p. 85.