Ostia racconta - L'uomo del sarcofago di Terracotta

Nell'estate del 2019 veniva recuperato e scavato un sarcofago di terracotta al cui interno si trovava il defunto col suo corredo. Il Servizio di Antropologia ha studiato i resti umani, permettendo di dirci qualcosa sull'individuo seppellito. Un lavoro di squadra, che ha coinvolto archeologi, antropologi e restauratori.

 

Il contesto di rinvenimento

Risale alla primavera del 2019 il rinvenimento, durante lavori di archeologia preventiva nel sobborgo di Ostia antica, di una sepoltura all’interno di un sarcofago di terracotta. Molto semplice nella forma, una lineare cassa rettangolare, e in materiale povero, apparteneva a un individuo della classe media.

sarcofago terracotta scavoDopo lo scavo in situ il sarcofago di terracotta è stato prelevato per essere portato agli Scavi di Ostia

Il sarcofago è stato rinvenuto in Via di Castel Fusano, in una zona in cui è già nota un’area di necropoli per il rinvenimento di alcune tombe negli anni ’60.

Il sarcofago è una semplice cassa di terracotta, lunga 188 cm. Al momento del rinvenimento era chiuso da un coperchio di tegole, danneggiato e parzialmente caduto all’interno. Una delle tegole, recante un bollo, ha consentito di datare la sepoltura al II secolo d.C. Sul fondo del sarcofago, dal lato della testa si nota un rialzo, come se fosse stato un cuscino.

Dopo il recupero e lo scavo in situ, il sarcofago è stato prelevato e portato agli scavi di Ostia, dov’è stato collocato, lungo la via Ostiense, nel tratto occupato dalla Necropoli di Porta Romana (all’ingresso dell'area archeologica).

sarcofago terracottaIl sarcofago di terracotta nella sua collocazione lungo la via Ostiense nel primo tratto del percorso degli Scavi di Ostia

L’inumato del sarcofago di terracotta

inumato sarcofago terracottaIl defunto deposto nel sarcofago di terracotta in corso di scavo L’inumato del sarcofago di terracotta era coperto da una spessa coltre di sedimento sabbioso che è stata asportata accuratamente, strato dopo strato, fino a mettere in luce lo scheletro dell’unico individuo inumato, deposto sul fondo.

Il corpo era stato deposto in decubito dorsale, ovvero supino, e la riscontrata dislocazione di alcuni elementi ossei (un elemento del bacino e uno dei due femori) è attribuita al crollo di parte del tetto e alla pressione esercitata dalla sabbia, penetrata all’interno come conseguenza del crollo.

Lo scheletro è rappresentato bene in tutte le sue parti, a testimonianza del fatto che la sepoltura era inviolata, ma lo stato di conservazione degli elementi ossei non è buono: la forte umidità, presente all’interno del sarcofago, ne ha causato un forte deterioramento rendendoli fragilissimi al tatto. Il materiale scheletrico è stato quindi prelevato con estrema cautela e portato nella sede del Parco archeologico di Ostia antica dove opera attualmente il Servizio di Antropologia.

Dopo le necessarie operazioni di pulizia e documentazione, l’analisi antropologica ha permesso di identificare un individuo adulto di sesso maschile, come rivelano le caratteristiche morfologiche del bacino e del cranio, e per il quale, in base all’usura dentaria e alla morfologia della sinfisi pubica, l’età alla morte è stimata intorno ai 40 anni.

I denti, come spesso succede, sono gli elementi meglio conservati dello scheletro e anche i più informativi circa lo stato di salute dell’individuo in vita.

In questo caso è stato possibile rilevare la presenza di abbondante tartaro sulle corone e anche constatare la perdita di ben 19 denti, avvenuta durante la vita dell'individuo. Questa osservazione si fonda sulla presenza di ampie zone della mandibola e della mascella prive di denti e con l'osso rimodellato, cioè cicatrizzato successivamente alla perdita. L'assottigliamento dell'osso in queste zone spiega anche che la perdita sia avvenuta parecchio tempo prima della morte.

unguentario vetroUno degli oggetti di corredo: un unguentario in vetro L'analisi dei denti ci offre un’altra informazione sulla vita dell'individuo: la presenza di molteplici ipoplasie dello smalto; con questo termine si indica un difetto di accrescimento dello smalto dentario, il tessuto bianco traslucido che riveste le corone dei denti; questo tessuto, estremamente resistente, ma anche estremamente sensibile alle variazioni nello stato di salute dell’individuo, può subire un rallentamento nell’accrescimento in presenza di un problema intervenuto durante la sua formazione (cioè durante l’infanzia). Tale rallentamento o arresto momentaneo della crescita, determina la formazione di una linea orizzontale, visibile sulla superficie del dente stesso.

All’interno del sarcofago sono stati rinvenuti come elementi di corredo quattro unguentari in vetro, che sono stati oggetto di accurata pulizia e restauro presso il laboratorio di Restauro del Parco archeologico di Ostia antica; è stato anche rinvenuto un frammento di dente di suino maschio che presenta tracce di lavorazione e che per questo potrebbe forse essere stato un elemento ornamentale dell’inumato.

Ecco il video del recupero del sarcofago e le fasi salienti dello scavo:

(a cura di Paola Francesca Rossi)

 

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