Ostia racconta - Onesime, la sposa bambina

Nell'aprile del 2015, durante la realizzazione di uno svincolo stradale nei pressi di Ostia Antica, è stata messa in luce una zona adibita a sepolcreto in cui, insieme ad altre strutture funerarie, tra cui l'urna cineraria di Caius Larcius Felix, è stata rinvenuta una particolare urna cineraria.

Liberata dal muro contenitore nel quale era incassata mostrando solo la faccia anteriore quasi a sembrare una semplice epigrafe, l'urna si è rivelata essere un contenitore quadrangolare in marmo a forma di "casetta" con tetto spiovente. In epigrafe un'iscrizione con la dedica al defunto e i suoi dati anagrafici.

DIS MANIBUS

Onesime

Vixit annis XIII

Mens……..

Uxori dulcissimae

(Agli Dei Mani [anime dei defunti], a Onesime, moglie dolcissima, visse 13 anni, mesi ...)

urna onesimeL'Urna di Onesime in corso di scavo La particolarità di quest'urna era data dal fatto che i sigilli in piombo che tenevano il coperchio saldato alla base del contenitore erano integri e ciò ha permesso di concludere che si trattava di una sepoltura ad incinerazione inviolata.

L'apertura dei sigilli ha richiesto l'intervento di un restauratore esperto, al fine di rendere minimo il rischio di rottura o scheggiatura del contenitore.

Dopo l'apertura, l'intervento dell'antropologo ha consentito di chiarire gli aspetti legati ai resti umani contenuti all'interno.

Nel caso di una sepoltura ad incinerazione, i resti appaiono in frammenti irregolari e deformati dall'azione del fuoco, con una colorazione che può andare dallo scuro al bianco calcinato, quindi per poter effettuare delle osservazioni sull'individuo, bisogna avere l'accortezza di identificare ogni singolo frammento e valutarlo attentamente.

In questo caso specifico, avevamo tre elementi eccezionali a disposizione:

  1. un'urna sigillata con sigilli originali e non manomessi
  2. un'epigrafe dettagliata con nome (Onesime)ed età (13 anni) dell'individuo cui era destinata e anche il suo ruolo nella società (uxori, ovvero moglie)
  3. i resti umani all'interno che si presume siano quelli a cui l'iscrizione fa riferimento.

Un caso come questo si verifica molto raramente, ed è particolarmente emozionante poter studiare resti così antichi conoscendo nome ed età precisa della persona a cui sono appartenuti.

urna onesimeLe ossa combuste di Onesime all'interno della sua urna cineraria Il lavoro dell'antropologo fisico consiste quindi nel valutare - attraverso l'analisi morfologica dei resti - se questi possano o meno corrispondere ai dati riportati sull'iscrizione, confermando o meno l'integrità della sepoltura originale.

All'apertura l'urna si presentava piena per circa metà contenitore, i frammenti combusti avevano una colorazione chiara ed erano del tutto privi di sedimento terroso o di carbone. È possibile che fossero stati sottoposti al rituale del lavaggio prima di essere depositati all'interno.

Una volta identificati tutti i frammenti, si è proceduto alla valutazione degli elementi che caratterizzano lo studio dei resti cremati:

  1. efficienza di combustione e temperatura
  2. numero di individui presenti
  3. sesso
  4. età alla morte.

I frammenti in questione sono risultati tutti piuttosto grossolani e di colore chiaro, indicando una scarsa efficienza di combustione e una bassa temperatura. Grazie alla loro dimensione è stato possibile effettuarne il riconoscimento e formulare diverse considerazioni.

Innanzi tutto il conteggio degli elementi conseguente alla loro identificazione ha permesso di capire che nell'urna era stato deposto un unico individuo. Non è stata infatti rilevata la presenza né di elementi "doppi" né elementi di diverso grado di maturità o robustezza.

L'individuo in oggetto è un individuo immaturo, molto giovane, come confermato dai frammenti delle ossa lunghe che mostrano le estremità non saldate, e dalle radici di denti rinvenute che mostrano un grado di maturazione compatibile con un'età collocabile tra i 12 e i 15 anni.

Per un individuo così giovane generalmente nell'analisi antropologica non si procede alla determinazione del sesso. In questo particolare caso è stato però possibile fare alcune osservazioni che hanno chiarito anche questo aspetto.

L'estrema gracilità complessiva dello scheletro è in accordo con l'attribuzione al sesso femminile e con questa diagnosi concorda anche la morfologia della sinfisi pubica, una piccola porzione dell'osso del bacino, molto utile nelle determinazioni di sesso ed età.

Un'ultima osservazione riguarda alcuni frammenti che portano molto evidenti tracce di ossidazione, a denunciare la presenza nella pira di un oggetto in bronzo, forse un ornamento del vestito o del letto funebre. Nessun elemento di corredo è stato comunque rinvenuto all'interno del contenitore.

In conclusione l'analisi antropologica può affermare che esiste concordanza totale tra l'epigrafe e lo scheletro esaminato che apparteneva a questa giovanissima ragazza di nome Onesime.

Tra le varie notizie riportate dall'epigrafe, oltre al nome e all'età precisa della defunta, si aggiunge un particolare degno di nota: uxori. Onesime, di 13 anni, sposa bambina.

 

Per saperne di più:

P. Germoni, L. De Gregorio, C. Ninel Pischedda et al., Indagini archeologiche preventive nell’area della necropoli di Pianabella (area 12) : nuove acquisizioni per la ricostruzione del paesaggio extraurbano di Ostia Antica tra I e IV secolo d.C., in M. Cébeillac-Gervasoni, N. Laubry, F. Zevi, a cura di, Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del III Seminario Ostiense, 2016

A. Nava, P. F. Rossi, A. Sperduti et al., Lo studio antropologico delle sepolture di Larcius Felix ed Onesime, in M. Cébeillac-Gervasoni, N. Laubry, F. Zevi, a cura di, Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del III Seminario Ostiense, 2016

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