Fosphora in mostra
02/04—29/05/2022
Il progetto di ricerca Fosphora è un progetto internazionale e multidisciplinare che ha convolto numerosi professionisti, esperti e studiosi di archeologia, archeologia subacquea, geoarcheologia, cartografia storica, archeologia navale, comunicazione. Un progetto che ha unito insieme diverse équipes francesi, italiane e inglesi. Un team internazionale diversificato che ha lavorato con grande tenacia per raggiungere eccellenti risultati, non solo nel campo della ricerca ma, soprattutto, nel campo della divulgazione.
Non ha senso fare ricerca se non si restituisce alla comunità il risultato di quella ricerca. Per questo uno dei punti del progetto FosPhora è dedicato proprio alla “Dissemination”, dunque a quelle azioni di divulgazione presso diversi tipi di pubblico ai quali raccontare una storia. Una storia, che poi sono due.
Sì, perché il progetto Fosphora si è articolato su due fronti: da una parte Fos-sur-mer, l’antico porto noto come Fossae Marianae, alla foce del Rodano; dall’altra Portus, il grande porto di Roma imperiale, alla foce del Tevere.
Diversi i punti in comune: per rendere efficiente Portus fu realizzato un canale di derivazione dal Tevere, la Fossa Traiana, oggi Canale di Fiumicino, grazie al quale le merci giunte in porto dopo aver attraversato il Mediterraneo potevano affrontare la risalita verso Roma sulle chiatte fluviali, le naves caudicariae, mediante il sistema dell’alaggio, ovvero del traino ad opera di buoi o di schiavi. Fossae Marianae, dall’altra parte, deriva il suo nome da Caio Mario, il comandante romano che alla fine del II secolo a.C. fece scavare alle sue legioni un canale alla foce del Rodano per consentire una risalita sicura delle navi e delle truppe evitando gli stagni acquitrinosi e pericolosi del delta del fiume: opera che si rivelò fondamentale per la successiva conquista della Gallia da parte di Roma.
Una differenza tra i due porti è data dal fatto che Fos è totalmente sommerso, mentre Portus al contrario sorge oggi a 4 km circa dalla linea di costa attuale, pertanto il bacino portuale è in gran parte interrato e coperto da metri di sedimenti.
In entrambi i casi, sia a Fos, alla ricerca del Canale di Mario, che a Portus, alla ricerca dei moli, delle banchine e dell’Isola Faro, si è fatto ricorso alla geoarcheologia e in particolare all’esecuzione e studio di carotaggi che, scendendo in profondità nel terreno e negli strati archeologici e geologici, hanno restituito sempre dati molto interessanti per comprendere la sedimentazione e la morfologia dei luoghi.
Anche lo studio della cartografia storica è stato importante per comprendere qualcosa di più sull’evoluzione del territorio nel corso dei secoli. Lo studio combinato di cartografia storica e dei dati ottenuti dai carotaggi ha permesso di raggiungere importanti risultati.
Infine un ruolo importante hanno avuto gli studi epigrafici. Perché si possono studiare le infrastrutture antiche, certo, ma se non sappiamo chi vi lavorava, da dove proveniva e come viveva avremo condotto un lavoro a metà. Le persone fanno i luoghi, oggi come allora. Sapere chi erano coloro che lavoravano al porto, da dove provenivano, quale professione svolgevano, quanti anni avevano quando sono morti è importante per ricostruire una geografia umana dei porti.
D’un port à l’autre. Voyage en Méditerranée romaine entre Arles et Rome
Il Progetto FosPhora ha raccolto una mole enorme di dati. Dati che vanno condivisi con le comunità. Così il 2 avril al Musée Départemental Arles antique si apre la mostra "D’un port à l’autre. Voyage en Méditerranée romaine entre Arles et Rome". Sarà una mostra principalmente pannellistica e corredata da un catalogo di impianto assolutamente divulgativo, ma al quale hanno contribuito tantissimi studiosi anche di grande caratura accademica, per un totale di 45 autori, segno di quanto sia ormai universalmente riconosciuta a tutti i livelli l’importanza della divulgazione presso la cittadinanza.
Con la mostra di Arles si vuole fare un passo in più: non solo far conoscere l’antico porto alla foce del Rodano, Fossae Marianae, ma si vogliono dare gli strumenti per far conoscere l’altro porto del Mediterraneo con cui sicuramente Fossae Marianae era in collegamento: Portus, il grande porto di Roma imperiale, il porto degli imperatori, costruito da Claudio, inaugurato da Nerone, ampliato e potenziato da Traiano.
La mostra di Arles sarà visitabile dal 2 aprile al 29 maggio 2022. Dopodiché non finisce qui, perché a ottobre 2022 al Museo delle Navi di Fiumicino inaugurerà la mostra “Da un porto all’altro”: sarà la sorella gemella della mostra di Arles e quindi l’occasione di presentare alla comunità italiana e/o più vicina geograficamente a Portus l’attualità della ricerca non solo a Fiumicino, ma anche in un porto della Gallia romana sconosciuto ai più, ovvero Fossae Marianae.
Fosphora è un progetto internazionale finanziato da Fondation A-midex che vede la partecipazione di numerosi istituti ed enti di ricerca internazionali: Centre Camille Jullian (Aix-Marseille Université, CNRS) ; CEREGE (Aix Marseille Université, CNRS) ; École Française de Rome ; INRAP (Institut National des recherches archéologiques préventives); Sapienza Università di Roma (Italie) ; University of Southampton (United Kingdom) ; Département des Recherches Archéologiques Subaquatiques et Sous-Marines (Marseille) ; Direction du Patrimoine Culturel Istres Ouest Provence (Métropole Aix-Marseille Provence) ; Ipso Facto (Marseille) ; Parco Archeologico di Ostia antica, Roma, (Italie) ; Marais du Vigueirat (Arles).